La tristezza è un’emozione che fa parte della nostra vita: è naturale viverla, ma se è vissuta troppo intensamente può diventare un problema. In questo articolo vogliamo quindi raccontarvi come abbiamo “domato” la nostra tristezza. Per farlo, useremo dei nomi di fantasia, ma le storie sono vere!

Garfield.

Nella mia vita ho lottato con me stesso per affrontare la vita reale, perché, dalla morte di mio padre, ho vissuto momenti difficili e mi sono ammalato di depressione. Ho trascorso un periodo in comunità e gli amici mi hanno aiutato a vedere le cose con un po' più di serenità. Ringrazio tutte le persone che mi hanno sostenuto in quel periodo perché in me stesso ho trovato la tenacia di guarire e la voglia di vivere ancora.

Zorro

Dopo aver perso il lavoro a causa di una malattia ho sconfitto la tristezza dovuta alla solitudine. Mio figlio anche se a distanza mi ha aiutato a superare questi momenti difficili. Frequentando anche il centro diurno ho affrontato la mia situazione con l’aiuto degli educatori e degli utenti e con il tempo posso dire di avercela fatta.

Garcia

Penso che la mia tristezza la sto superando grazie all’aiuto di specialisti e al fatto che mi prendo cura di me stesso, a partire dall’igiene personale. Prima ero disordinato, ora sto trovando il mio ordine proprio come i miei pensieri e le mie percezioni. Prima non avevo voglia di fare nulla, ora ho voglia di fare e mi impegno di più ogni giorno. Ho delle occupazioni, quali venire al centro, farmi da mangiare, che mi aiutano a distrarmi dalla tristezza e quando torno a casa o comunque la sera, una certa soddisfazione mi abbraccia, ricompensando le fatiche fatte.

Slinky

La tristezza non c’è mai stata al cento per cento. Mi ricordo per esempio di quando andavo a scuola. Tornando a casa, salendo le scale del condominio dove abitavo, incrociavo gli inquilini: a seconda del modo in cui mi salutavano capivo cosa pensavano di me. Per esempio un: “buongiorno giovinotto” della signora del terzo piano mi suonava come un rimprovero perché magari stavo rientrando tardi dal campetto di calcio. Ma io non mi arrendevo e proseguivo per la mia strada, anche se a volte l'insicurezza appariva all'improvviso.

Santa Klaus

Io da ragazza vivevo con la mamma e il papà. Tra I miei fratelli ero rimasta l’ultima a vivere con I genitori perché io non mi sono sposata. Vedevo nel matrimonio delle complicazioni che non volevo avere. Spesso I matrimoni erano combinati e non ci si poteva sposare con chi amavi davvero. I miei fratelli mi giudicavano male, forse non capivano il mio bisogno di libertà. Finalmente mia nonna, prima di morire, mi lasciò in eredità la sua casa. Fu una liberazione. Vivere in autonomia mi ha aiutato molto a stare bene.

Pikatchu

Quando ero piccolo mi ricordavo tutto: I modelli delle macchine, I titoli delle canzoni... Crescendo purtroppo ho cominciato ad avere problemi di memoria e di apprendimento e questo mi ha portato ad avere grosse difficoltà a scuola: I compagni mi prendevano in giro e io ci stavo molto male. Soprattutto gli anni della scuola superiore sono stati difficili: cinque anni che sembravano eterni. C’era un amico a cui volevo bene, ad un certo punto però anche lui si allontanò ed io ci sono rimasto male. Una volta finita la scuola sono rinato: oggi frequento il centro diurno, faccio ippoterapia, faccio atletica, vado a sciare e pian piano mi sento sempre meglio.

​COME ABBIAMO SCONFITTO LA TRISTEZZA