A. ci racconta che a settembre dovrebbe frequentare il 5° anno dell’Ipra (Istituto Professionale regionale alberghiero), ma non è proprio sereno all’idea, anzi, ci dice: ”non mi sento pronto”. Scopriamo che la scelta del percorso era stata un po’ casuale, ma d’altronde, chi a 14 anni sa già cosa gli piace davvero? Ora Alex dice: “sono arrivato fin li, devo concludere, ma che fatica, non sono riuscito ancora a staccare, non sono andato neanche al mare!”.

Per Ar. la scuola ha una doppia valenza: in Bangladesh si ricorda delle bacchettate e delle punizioni corporali, in Italia invece i professori sono stati accoglienti, lo hanno aiutato ad apprendere velocemente l’Italiano. Ora però, come Alex, anche Arafat ha un po’ di difficoltà: ha provato a frequentare le superiori, ma per ora è stato troppo difficile, troppa ansia.

S. ricorda di quando andava a scuola a Serra Stretta in provincia di Catanzaro, si andava a scuola col bus, aveva il grembiule con un grande fiocco rosso, non è stata mai bocciata, ma dopo le elementari ha preferito il bosco, dove poteva raccogliere le castagne e stare a contatto con la natura.

M. invece ha cominciato ad avere qualche problema alle superiori: frequentava il liceo classico, ma gli è capitato di ritirarsi prima del 15 marzo, per non perdere l’anno. Poi da adulto ha ripreso gli studi e si è diplomato.

R. ha cominciato le elementari a Hone, ha concluso poi qui ad Aosta al Don Bosco, di cui si ricorda le gite e la mensa, come si mangiava bene!!! Alle medie ha inciampato qualche volta, ma poi ha concluso, dopodiché ha cominciato a lavorare come commessa.

Prima del 15 marzo (ovvero: a volte è meglio ritirarsi in tempo, a volte è meglio stringere i denti e arrivare fino in fondo).