Viaggi in giro per il mondo!
Cosa significa per noi viaggiare? Viaggiare può essere un’occasione per vedere cose nuove, per cambiare posto ed evadere per un po’ dalle nostre montagne. Può essere un modo per conoscere culture diverse, per sperimentare lingue e sapori nuovi. Un viaggio può essere organizzato, ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo ed è anche questo il bello. Vediamo quali sono i nostri ricordi dei viaggi più belli.
D: “ho viaggiato tanto, ma il posto che mi è rimasto più impresso è il Kenya. Mi ricordo il suo cielo vastissimo e i suoi tramonti spettacolari; ricordo il popolo Masai, antico e fiero, che sorvegliava il villaggio dal pericolo delle fiere che di notte venivano al fiume per dissetarsi; le lance che usavano erano vere e le sapevano usare. Sapevano anche accendere il fuoco strofinando un legnetto con un po’ di paglia: noi occidentali guardavamo allibiti. Ricordo in particolare di una sera tutti intorno al fuoco, noi turisti e i Masai, a parlare e a condividere un momento speciale. Rifarei volentieri un viaggio simile per rivivere l’esperienza del safari, della natura e degli animali selvatici”.
D: “mi ricordo che in terza media io e i miei compagni di scuola siamo stati in gita a Venezia. Era la prima volta che ci andavo e rimasi colpito dai cinesi: altro che piccioni, Venezia era piena di cinesi! Io a quell’età non li avevo mai visti, forse è per questo che mi colpirono così tanto. Avevo circa 15 anni e mi ricordo che volevo solo fare casino: essere lontani da casa senza genitori, stare in giro con i compagni, i professori che cercavano di tenerci a bada: era molto emozionante. Da allora non ho più fatto viaggi importanti, ma un mio desiderio sarebbe di viaggiare all’estero, specie in Africa: mi sento attratto da quella terra antica e misteriosa”.
M:” nell’ottantadue sono stato in Spagna durante i mondiali di calcio con un viaggio organizzato. Una sera siamo partiti da Lloret de mar dove stavamo di base per andare a Barcellona a vedere il flamenco. Arrivati a destinazione l’accompagnatore ci ha segnalato il punto di ritrovo dov’era il pullman per il rientro e poi ci ha lasciati liberi. Finito lo spettacolo, erano circa le 3 del mattino, non ho trovato il pullman, così ho preso il taxi per rientrare: arrivato in albergo erano le 5 e mi sono messo a dormire sul divano dell’albergo. All’accompagnatore è venuto il dubbio che fossi tornato in albergo da solo e quando mi ha trovato mi ha detto:” che cavolo ci fai qui? Dormo!”. É dovuto ritornare a Barcellona, riprendere la comitiva che mi cercava per Barcellona e ritornare in albergo. Il giorno dopo c’era la partita Italia Brasile e data l’esperienza mi controllavano tutti a vista d’occhio: “Maurizio non muoverti!”. Avevo due lattine di bibita per vedere la partita e per entrare allo stadio ho dovuto buttarle. Allo stadio facevano 40 gradi, c’era l’addetto delle bibite che le dava nei bicchieri plastica, più di 90 minuti sotto il sole, ho bevuto un sacco! Al ritorno avendo vinto la partita due a uno, in autostrada facevamo la corrida ai Brasiliani. Poi ho visto la finale Italia Germania e poi siamo rientrati in Italia. Morale della favola: un po’ di casini durante i miei viaggi organizzati!”.
V: “la terza famiglia con cui ho vissuto era formata da grandi viaggiatori. Andavano all’estero come per esempio in Egitto, Germania etc. Il marito della signora che mi ha cresciuta non l’amava per attrazione, ma per la sua intelligenza e per le esperienze che faceva fare a lui e a tutta la famiglia, per non parlare dei viaggi in tutto il mondo. La signora sapeva 9 lingue e suo padre la voleva mandare spesso nelle colonie all’estero perciò anche io volevo provare, ma mia madre biologica per colpa dei nostri problemi di famiglia non accettava di non avere l’affido su di me e quindi mi ha tolto i documenti e il passaporto e sono rimasta apolide. La nuova famiglia non ha voluto rinunciare a me e ha deciso di viaggiare tutta l’Italia dicendo che il nostro paese non ha nulla da invidiare al resto del mondo. Quando finalmente sono potuta andare in colonia all’isola d’Elba ero molto contenta anche se subivo il bullismo. Così mi sono arrampicata su un castello a vedere il porto di notte con le luci, le barche e il paesaggio e sono stata molto contenta e affascinata. C’era anche un'altra ragazza che aveva avuto la mia stessa idea e insieme ci siamo aiutate per i problemi con i nostri rispettivi gruppi di viaggio. Ho visto tutta l’Italia tranne Napoli e la Sardegna, tutto quello che c’era da vedere di culturale e non solo.
R:” tutte l’estate vado a martirano provincia di Catanzaro trovare i parenti della mamma. A me piace andare in Calabria perché conosco tutti, si mangia bene, ma ogni tanto mi piacerebbe cambiare meta. Mia mamma ci tiene tanto a scendere, ma io vorrei vedere cose diverse come ad esempio degli animali della savana che vedo nei documentari in tv oppure la Tunisia per farmi il bagno nel mar Mediterraneo”.
S:” il mio viaggio più incredibile è stato quello in Indonesia. Avevo 25 anni e partimmo in 4: 3 ragazze e un uomo di grande esperienza che da giovane avevo fatto il pilota. In Indonesia mi ha colpito tutto: il clima, molto caldo, la loro arte, le danze e la musica, il cibo e la gentilezza di quel popolo. Non volevo tornare a casa. Rimanemmo tre settimane in Indonesia e verso la fine della vacanza andammo anche in Tailandia, ma non mi piacque allo stesso modo perché era troppo occidentalizzata. Prima di morire vorrei tornarci almeno una volta”.
P:” mi ricordo quando accompagnavo i miei genitori in Veneto: avevo appena preso la patente e li accompagnavo fino al loro piccolo paese di origine, Brendola. Mi sentivo felice perché affrontavo il lungo viaggio sapendo che loro avrebbero passato li tutta l’estate ricongiungendosi a vecchi amici e parenti. Io li lasciavo li e li tornavo a prendere verso la fine dell’estate. Avevo una Renault 5 e viaggiavo che era una bellezza. Tornando indietro mi fermavo alle aeree di sosta e mi facevo una sigaretta pregustando il sapore di tre mesi di libertà”!
I:” mi ricordo di Milano marittima in Emilia Romagna, quando da bambino facevo le vacanze con la mia famiglia. Ricordi della spiaggia, dell’albergo, delle passeggiate, dei bazar e dell’abbronzatura dopo dieci giorni”.
K: “mi ricordo quando a otto anni sono stato al mare a Comacchio con mia mamma e mia sorella. È stato bellissimo. Stavamo in un bungalow vicini alla spiaggia, giocavo con dei bambini che avevo conosciuto li andando in bici e facendo partite di ping pong. Mia sorella era sempre con me, e ci riunivamo alla mamma verso sera quando dopo cena giocavamo tutti insieme a Uno. Durante quella vacanza ho mangiato un sacco di piadine, d’altronde eravamo in Romagna. Non dimenticherò mai quella vacanza, era tutto perfetto: il sole, il mare, gli amici, la bici, la spensieratezza di essere bambini!
V:” mi ricordo di una vacanza in Egitto, a Marsa Alam. Ero in un villaggio turistico con mia mamma, mio papà e mio fratello che era appena nato. Io avevo 17 anni e mi piaceva tanto fare i bagni al mare, ma anche in piscina. In piscina aiutavo anche mio fratello che non sapeva nuotare, mentre al mare facevo i bagni da sola… un signore che lavorava al villaggio mi aveva notata e mi faceva la corte: mi faceva trovare l’asciugamano ripiegato a forma di cuore sulla sdraio e tre fiori sempre freschi solo per me. Ad un certo punto offrì trenta cammelli a mio padre per potermi sposare, ma ovviamente rifiutai. Mi ricordo di aver fatto una gita nel deserto dove conobbi i beduini, una popolazione del deserto che vive con pochissimo e che pure sono gentili ed accoglienti. Ci hanno preparato il pane arabo e ci hanno fatto vedere le loro danze tipiche”.
G:” quando avevo circa 20 anni mi ricordo che andai due volte di seguito ad Ibiza. Era bellissimo perché ero con un gruppo di amici e di giorno stavamo in spiaggia, con acqua cristallina e spiagge incontaminate e la sera andavamo in discoteca… li ci sono discoteche stupende, enormi e ogni sera organizzano cose diverse: per esempio schiuma party a cui bisogna andare in costume, o serate più classiche a base di musica tekno e dance. Mi ricordo anche di una sera in cui mangiai delle tagliatelle alla vodka… il cuoco diede fuoco alla vodka davanti a me e la vampata della fiamma mi colpì così tanto che ancora oggi mi sembra di sentire il profumo di quel piatto”.

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